domenica 28 luglio 2013

Il Fila non è merce di scambio

E' estate, tempo di calciomercato, tempo di disimpegno da tutto o quasi, ma è in questi mesi che spesso nel panorama italiano bisogna stare attenti. E' in questi mesi in cui c'è poca attenzione, in cui le sirene del calcio mercato riescono a fare passare in secondo piano tutto o quasi che si compiono gli scempi peggiori.
Vengono risucchiate nel baratro società gloriose (nel 2005 toccò al Torino, una estate che dimenticheranno in pochi), giocatori che dovrebbero essere delle bandiere cambiano di maglia, indossando quella della società rivale, offrendo al pubblico uno scenario che, nell'ottica dei tipici giochi costruiti dai commedianti di mestiere (vedi la tecnica da muro di gomma applicata dal Torino FC nel caso Bianchi), sembrano del tutto leciti e quasi necessari: "Ogbonna ha tradito, ha firmato un precontratto con i gobbi", "per 12 milioni un giocatore così lo porteremmo a spalla dall'altra sponda", "meglio Glik che almeno ha dimostrato di tenerci". Tutto sacrosanto, sopratutto nell'ottica di quanto è successo da qualche mese a questa parte, ma un'anno fa come avremmo potuto prendere un'opzione simile?
La verità è che a forza di farci accettare compromessi, stiamo accettando ogni porcata che ci si propina, anche le peggiori. Che Cairo vada a braccetto con la "Famigghia" in RCS, che al comune di Torino non si muova paglia per la concessione della Continassa, praticamente un regalo per la famiglia padrona dei bianconeri (nonostante non creda più nessuno agli scopi di riqualificazione della concessione), che pochi giornali facciano realmente i conti in tasca a Cairo sui bilanci totali del suo impegno nel Torino FC (ad esempio quanto incassa, quanto rientra in termine economici e fiscali, di immagine - è pur sempre un pubblicitario) e per quale motivo Cairo abbia deciso di mantenere all'osso il patrimonio del Torino FC, nessuno si chiede perché, essendo normale in questa nazione non dover rendere conto a nessuno.
E' anche vero che il Toro gioca a Torino, città che forse nel nord Italia non ha pari in quanto a omertà verso una data famiglia. E la cosa peggiore è che al contrario dei sfortunati comuni del sud che risultano conniventi con le famiglie mafiose, a Torino succede tutto alla luce del sole e tutto sembra estremamente normale.
Il comune stende tappeti rossi ai gobbi governati dalla potente famiglia e fa ostruzione nel progetto del Fila inserendo Chiabrera a capo della Fondazione - che non solo non è tifoso del Toro ma non è nemmeno competente di calcio - esautorandolo dopo un anno dall'insediamento (in cui costui aveva puntualmente messo i bastoni tra le ruote nei progressi della ricostruzione) e non sostituendo l'esautorato con nessun altro compromettendo la legittimità del CdA (P.S.: proprio in data 29/7, Beccaria conferma che Chiabrera ha ratificato solo in questi giorni le sue dimissioni pur essendo di fatto dimissionario da mesi) e continuando a lavorare sottobanco per imporre scelte, metodi, tempi, paletti.
E tutto questo in nome di cosa? Cosa concede questa autorità al comune di Torino? Il fatto di aver elargito il terreno del Fila, valore di stima maggiore del milione di euro. Ma a pensarci bene, quel terreno è patrimonio dei tifosi del Toro, così come sono dei tifosi del Toro quei 100 e passa mila euro recuperati dal mattone per il Fila, così come lo sono quei quasi 30mila euro versati due anni fa dai tifosi per creare la Fondazione, così come appartengono ai tifosi del Toro quei 3.5 milioni di euro di lacrime e di sangue versati per aver concesso una parte del terreno del Fila alla costruzione del Bennet, per un fallimento non voluto dai tifosi del Toro ma dovuto ad un personaggio di nome Cimminelli - per lo più tifoso dei gobbi - che ha potuto fare scempio sotto gli occhi compiacenti del comune di un valore storico come il club granata e tutto il suo vivaio.
Nella fondazione Filadelfia dovrebbero sedere solo i tifosi del Toro, che dovrebbero poter ricostruire la sede secondo le possibilità, con l'ausilio delle istituzioni sportive, politiche ed economiche come accade in tutto il mondo tranne a Torino e in altre parti d'Italia e con la collaborazione del club del Torino FC che dovrebbe indicare esigenze e trattare con la Fondazione (e non con il comune) il giusto compenso per l'ospitalità offerta.
Ma siamo a Torino. Profondo Nord, terra in cui il nome di una famiglia che non usa lupare fa tremare la voce.

giovedì 11 luglio 2013

Manifesto di Fondazione di Toro Supporters Network

CHI SIAMO  Siamo un gruppo di tifosi del Toro che ha come progetto la promozione di un calcio partecipato dai tifosi in cui la squadra di calcio è un patrimonio culturale e sportivo di una comunità. Questa idea nasce nel contesto della nostra tifoseria, perché proprio la squadra granata è quanto più lontano da un semplice business, è passione, storia, valori e tradizione, è fatta di generazioni di tifosi che si tramandano una fede nonostante i risultati e nonostante il difficile contesto cittadino nel quale si trova a competere. TSN nasce in un contesto preoccupante di scollamento della tifoseria del Toro, in cui il club non cura che i propri interessi e tratta i tifosi come semplici clienti, laddove manca una rete che possa diffondere le informazioni su quanto succede nel mondo del Toro.

IL NOSTRO RIFERIMENTO  TSN prende spunto dalle idee promosse in Italia da Supporters In Campo e in Europa da Supporter's Direct, associazioni che promuovono la diffusione di modelli sostenibili di proprietà e gestione delle società sportive, attraverso la partecipazione dei tifosi ai processi decisionali, sia nella proprietà delle società che nelle istituzioni, in considerazione del valore che i tifosi rappresentano per lo sport. Supporters In Campo collabora in Italia con molte realtà come Taranto, Ancona, Cava, Venezia, favorendo lo sviluppo delle associazioni di tifosi nate per partecipare alla gestione dei rispettivi club.

I NOSTRI PRINCIPI  TSN farà riferimento ai principi fondanti di Supporters In Campo:
· Democraticità delle decisioni prese nei riguardi dell'organizzazione e della società;
· Assoluta mancanza di scopo di lucro;
· Trasparenza in ogni atto intrapreso dal movimento ed in ogni dialogo con la proprietà;
Elementi fondamentali dell'azione di TSN saranno:
· Considerare il Toro come un bene dei tifosi, come lo sono i suoi simboli e il Fila;
· Sostenere ogni decisione che non vada a discapito della collettività e del Toro per favorire esclusivamente l’interesse, ancorché speculativo, di pochi;

COSA CI PROPONIAMO  TSN si propone di creare una rete di informazione per i tifosi del Toro su argomenti importanti come la ricostruzione del Fila, le giovanili, la gestione societaria del Torino FC e i rapporti tra società e tifosi, collaborando con le organizzazioni di tifosi che in tutta Europa si pongono tali obiettivi. L’obbiettivo finale è costituire in collaborazione con Supporters In Campo un radicato consenso nella tifoseria per determinare una modifica normativa e regolamentare volta a consentire l’ingresso di una rappresentanza di tifosi nel CdA con diritto di voto nelle materie più ad impatto sociale (marketing, impianti sportivi, biglietti, attività promozionali, ecc..). Non cerchiamo una partecipazione agli utili del Torino FC ma una partecipazione al progetto di un futuro degno dei nostri colori.

COME CONTATTARCI  Nei prossimi giorni, sarà attivato un sito web e una pagina Facebook dove iscriversi per ricevere le informazioni e capire come partecipare a questo movimento. Saranno descritte le modalità di interazione con le quali trovare il modo per tornare a contare come tifosi del Toro. Vi chiediamo di visitare pagine online dedicate a TSN per far crescere l’interesse verso questi temi che riteniamo fondamentali per costruire un futuro migliore con una società sportiva diversa e più a misura di tifoso.